interviste: KOMAKINO di Paolo Miceli Nel marzo scorso avevo visto finalmente suonare dal vivo i Miranda, trio con due dischi all'attivo, - sono passati da una matrice nettamente in ombra post-rock ad un art rock eclettico e spigoloso nonché più godibile, con ritmiche quasi dance e sonorità che sfociano in ossessioni noise attraverso una trama di loop tessuta dal cantante/chitarrista Giuseppe Caputo (anche boss della indie FromSCRATCH che Li produce. komakino: beh, facciamo una piccola intro, come se non avessi idea di che Musica fate nè chi siete.. insomma, - chi va là? a che serve il mandolino? Miranda:
Miranda è una bella donna del sud: formosa, abbronzata, con una
leggera peluria sul labbro superiore, un piccolo difetto alla gamba
sinistra che ne rende il passo ondulante e incerto. Va in giro accompagnata
da tre buffi personaggi, suoi amici, cresciuti con lei dai tempi
de l'università. Due architetti e un ricercatore, musicisti tutti
e tre. La prima volta che li ha sentiti suonare non le sono piaciuti
e glielo ha detto in chiaramente. Di lì il mandolino per conquistarla.
Lei si è innamorata di tutti e tre. Ora la amano a rotazione, seguendo
cicli lunari e mestruali. Le hanno scritto anche un pezzo furry
guys looking for a flat girl , che uscirà sul nuovo disco e
dal vivo le suonano don't mind your own business, can I have
a taste of your icecream? , non pensare sempre ai cazzi tuoi,
posso avere un assaggio del tuo gelato? Lei è innamorata e loro
pensano a nuove canzoni per lei. Miranda: Ci siamo divertiti, gliele abbiamo suonate. Sono tornato a casa un po' rotto, per una serie di cadute, alcune volontarie altre no, fatte durante i concerti. Tanta adrenalina, kilometri macinati in autostrada, baguettes, sporco, chitarre rotte, bacchette frantumate, kebab, petard, birra, vino, mappe di viamichelin che sono spesso sbagliate e ti fanno perdere e bestemmiare, ragazze bellissime che non parlano una parola d'inglese e noi che non sappiamo il francese. Abbiamo conosciuto tanta gente interessante e rivisto alcuni amici francesi. komakino: principali differenze tra pubblico nostrano e quello francese? tutto il mondo è paese o l'accoglienza per l'erba del vicino è migliore? Miranda:
L'impressione che abbiamo avuto è di un interesse diverso per la
musica, in particolar modo per quella suonata da Miranda.
Nei posti dove abbiamo suonato la gente veniva per vedere il concerto
e se ne stava lì ad ascoltare con grande interesse e curiosità.
In Italia invece per i gruppi indie poco conosciuti è diverso. Suoni
in posti dove la gente va per vedersi con gli amici e vivere la
sua socialità, non ci va per vedere il concerto che è considerato
quasi un evento accessorio della serata. Ovviamente non è così in
tutti i posti, ma in genere devi fare un po' di fatica per far avvicinare
la gente al palco e farla rimanere ad ascoltarti. Di solito alla
fine ci riusciamo. komakino: Vi va di raccontarmi il momento + brutto (se c'è stato!) e quello peggiore della scampagnata francese? Miranda:
Non saprei, non ci sono stati momenti brutti che valga la pena di
raccontare. Te l'ho detto ci siamo divertiti un sacco. Miranda:
La prima differenza l'ha fatta Nicola, che ha preso il posto di
Gabriele alla batteria. Ha cambiato radicalmente gli equilibri,
Nicola ha un modo di suonare molto free e disordinato, forse un
po' come me alla chitarra. Piero prova a mettere ordine con i suoi
giri di basso, ma poi li dimentica di continuo. Tutto ora si regge
su un equilibrio instabile e su un senso straniante della melodia
che abbiamo sviluppato insieme dopo l'arrivo di Nicola. Prima eravamo
un altro gruppo, molto matematici, pieni di cambi e stacchi improvvisi
all'interno di singoli pezzi. Ora con le dieci parti di cui si componeva
un singolo pezzo, faremmo dieci pezzi diversi. Forse avrebbe anche
avuto un senso cambiare nome dopo inside the whale.
komakino: Su myspace noto che il primo gruppo nella Vs. top sono gli Oneida.. Vi sentite in qualche modo vicini alla Loro follia noise? Miranda:
Ci piacciono molto, ma credo che abbiamo un'attitudine molto diversa
rispetto alla loro. La cosa che ci accomuna è il fatto che sviluppiamo
i singoli brani su un singolo loop o un riff di batteria o di basso,
intorno al quale il resto delle cose s'incastra. Ma i risultati
sono molto diversi. Miranda:
Si in effetti è così. FromSCRATCH
è portata avanti da me, Piero e Alez. Abbiamo tantissima passione,
tante idee e pochi soldi per realizzarle, ma questo non è necessariamente
un limite. Stiamo crescendo come etichetta pian piano, ora sono
con fromSCRATCH: Neo, Pentolino's
Orchestra (dopo lo split con Littlebrown
in arrivo presto il CD), Uber (sembrava fossero morti ma presto
ritorneranno!), Lush
Rimbaud (appena uscito Action form the Basement, una
bomba post-punk), Amavo (duo noise al femminile di Venezia, le ultime
arrivate, prossima registrazione del cd al nostro studio), Udus
(Luca Mai/Zu, Antonio e Manlio dei Neo, cd in uscita per l'estate).
Miranda:
In Italia ci sono un sacco di buoni gruppi. Uno dei problemi è la
scarsa stabilità dei progetti musicali (mi riferisco sia ai gruppi
che a tutto quello che ci ruota intorno: etichette, agenzie, locali,
ecc.) che nascono e muoiono nel giro di poco tempo, questo perché
mancano strutture di supporto alle realtà piccole. Sopravvivono
solo quelli che hanno una grande passione unita ad una grande pazienza
e costanza. Credo in Italia ci sia uno scarto enorme tra le realtà
piccole, quelle indie per intenderci, e le realtà grandi, sia in
termini di soldi che di organizzazione. Miranda:
E' una domanda retorica? Provo a risponderti comunque. Compro blow
up da quando esiste. Le riviste servono solo a mettere un po' d'ordine
tra le migliaia di uscite discografiche che ci sono ogni mese. Possono
essere utili in termini di visibilità, anche se c'è davvero troppa
roba in giro. Miranda:
Non condivido l'opinione secondo cui youtube e myspace diano visibilità.
Credo che sia esattamente il contrario nella gran parte dei casi.
Ci sono milioni di persone che ci mettono su qualsiasi stronzata
producano ed è impossibile districarsi in mezzo a questo mare di
musica ed immagini dove le cose interessanti si perdono. L'utilità
di questi mezzi sta solo nella possibilità di creare dei piccoli
networks in cui far circolare le proprie cose tra musicisti e altra
gente appassionata del genere. Niente più di questo. |